Città "condivise": il boom del car sharing da Milano a Lisbona.

Sicurezza, comfort e intermodalità sono i cardini attorno a cui ruota imprescindibilmente la mobilità moderna. Canoni cui la mobilità condivisa (ed elettrica) risponde in modo naturale, grazie a un nuovo e crescente sentimento collettivo di attenzione all’impatto ambientale e alla qualità dell’esperienza di viaggio. In particolare l’ultima parole chiave, intermodalità, assume oggi il significato di condivisione, riferendosi alle molteplici possibilità (biciclette, auto, monopattini ma anche mezzi pubblici che si integrano con la mobilità tradizionale) che oggi l’utente ha a disposizione per muoversi, soprattutto nei contesti metropolitani.

Negli ultimi anni la ricerca e lo sviluppo hanno segnato traguardi importanti nel settore dello sharing non solo in termini di conquiste tecnologiche, che hanno portato all’evoluzione del concetto stesso di “veicolo in condivisione” – si pensi alle minicar ultraleggere o ai monopattini elettrici, perfetti per la vita in città – ma anche in riferimento a un vero e proprio ecosistema digitale che, ogni giorno, cresce e si integra attorno al veicolo e alla città.

App, community, social, in una parola: connettività. La mobilità condivisa ha rapidamente colto le opportunità del mondo digitale creando e offrendo un numero quasi infinito di servizi agli utenti.

Come indicato nel terzo rapporto firmato Repower dal titolo La mobilità sostenibile e i veicoli elettrici, in Italia la mobilità condivisa ha mosso i primi passi nel settore pubblico ma l’elemento disruptive per la diffusione su larga scala di queste soluzioni è stato l’avvento della tecnologia digitale e delle prime piattaforme per smartphone.

Il momento in cui aziende private sono entrate nel business.

Secondo i dati del Terzo Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility, oggi i servizi di mobilità condivisa innovativi a livello nazionale sono 363 (100 in più rispetto al 2015, per un tasso medio di crescita annuo del 12%). Una crescita dovuta in particolare all’aumento di servizi di car sharing e scooter sharing, oltre che al numero maggiore di città in cui è possibile accedere ai servizi digitali di pianificazione degli spostamenti.

Milano è la regina del car sharing in Italia. Nel 2017 circolavano 3.290 veicoli condivisi, con una media di 15.000 noleggi al giorno.

Se l’utilizzo del servizio crescerà allo stesso ritmo, si prevedono 30.000 noleggi giornalieri entro il 2022 e, di conseguenza, una flotta di 5.000 automobili, noleggiate ciascuna sei volte in una giornata.

Proprio Milano, insieme a Londra e a Lisbona è parte del progetto europeo Sharing Cities, che prevede lo stanziamento di venticinque milioni di euro fino al 2020 per la co-progettazione di servizi da parte di enti privati, aziende e residenti i quali, grazie all’ecosistema ICT, potranno accedere auna serie di informazioni sui loro stessi comportamenti in modo da tradurli, virtuosamente, in attività a minore impatto ambientale.

Insomma, siamo nell’era in cui il concetto di proprietà sta cedendo il passo a quello di possesso, quindi di servizi (MAAS: Mobility As A Service), che è appunto la condizione essenziale per diffondere il principio della condivisione. Principio, oltretutto, strettamente legato a quello del risparmio energetico e del rispetto dell’ambiente.

In questo contesto, la scelta dell’elettrico diventa un passaggio obbligato anche quando si parla di sharing. La mobilità del futuro immaginata da Repower è connessa, smart e condivisa. Una mobilità che viaggia all’interno di Città intelligenti in cui l’ottimizzazione delle risorse si sposa con l’efficienza energetica e il rispetto dell’ambiente.