In viaggio per l'Italia a bordo di un'elettrica: impresa possibile?

Le case costruttrici continuano a orientarsi verso modelli ibridi e full electric, i numeri delle vendite di veicoli a impatto zero sono in costante ascesa, mentre in ogni parte dell’Italia aumentano le immatricolazioni. Eppure, restano molteplici le domande che ancora ruotano intorno al fenomeno dell’e-mobility, il cui impatto reale, secondo i dati stimati dall’E-mobility Report 2018 del Politecnico di Milano, è atteso per il 2025.

Una fra queste: è possibile immaginare di intraprendere un viaggio da Nord a Sud Italia a bordo di un’auto elettrica, senza correre il rischio di restare “a secco” di energia?

Nel delineare i potenziali scenari di sviluppo della mobilità elettrica, non si può prescindere da fattori “collaterali” quali: la componente di investimento nei punti di ricarica, la componente gestionale legata alla cura e alla manutenzione delle colonnine, la loro capillarità lungo tutto lo Stivale, la velocità della ricarica nonché la coesistenza (pacifica) di offerta pubblica e privata.

Proprio di quest’ultima Repower, gruppo attivo da oltre cento anni nel settore energetico, è un player di riferimento nel mercato.

Sono infatti più di trecento le eccellenze italiane che fanno parte di Ricarica 101, la prima rete di ricarica per veicoli elettrici interamente realizzata da privati, che attraversa l’Italia da Nord a Sud permettendo di viaggiare a costo e a impatto zero, ricaricando il proprio veicolo in strutture di pregio – hotel, ristoranti e SPA – distribuite su tutto il territorio nazionale.

Ogni struttura d’eccellenza aderente al circuito di Ricarica 101 è dotata di una PALINA della potenza di 22 kW, in grado di ricaricare fino a due mezzi elettrici contemporaneamente, a due o quattro ruote.

Da qualche mese il servizio è ancora più fruibile grazie alla nuova app Recharge Around sviluppata da Repower, che consente a ogni driver di individuare le colonnine di ricarica installate sia in Italia che all’estero e filtrarle a seconda del circuito di appartenenza, della disponibilità, della potenza e della compatibilità.

D’altra parte, il gap italiano in termini di punti di ricarica con i maggiori mercati europei – Germania, Francia, Regno Unito – c’è ed è impossibile ignorarlo.

Ma nello scenario ipotizzato dall’E-mobility Report, entro il 2030 sono previste da un minimo di 28.000 a un massimo di 48.000 colonnine ad accesso pubblico, cui si aggiungeranno quelle private che potranno oscillare tra 1,4 milioni e 6,8 milioni.

I numeri sono incoraggianti, l’e-mobility è ai blocchi di partenza, l’Italia è pronta ad accogliere il cambiamento?

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