La chitarra elettrica. Electric sound, cult revolution.

Venerata e suonata, bruciata e baciata, distrutta e immortalata.
Storia della chitarra elettrica, la più celebre icona musicale (e non solo) del ventesimo secolo.


Ha fatto la storia della musica, ma non si è accontentata.

Quando la chitarra elettrica fa il suo ingresso nella storia nessuno ne prevede il futuro. Pensata per consentire al suono della chitarra di non essere sovrastato nei concerti, l’antesignana della chitarra elettrica nasce dall’intuizione di Llyod Loar, progettista della Gibson che conduce i primi esperimenti con rilevatori in prossimità delle corde.

Nel 1931 il primo pick-up elettromagnetico trasforma le vibrazioni delle corde in impulsi di tipo elettrico: nasce la chitarra chiamata frying pan guitar.

In breve lo strumento si diffonde ma è solo nel 1954 che entra nel mito con la prima Fender Stratocaster, icona assoluta del Rock & Roll.

Bella, originale, inconfondibile nelle linee e nei colori pop.
Baciata e poi data alle fiamme da Jimmy Hendrix nello storico concerto di Monterrey, lo stesso Hendrix che renderà leggenda la sua bianca Stratocaster suonandola con i denti e, poi, in una esecuzione unica dell’inno americano nel più famoso evento che la storia della musica ricordi: Woodstock.

Così, tra distorsioni, riff e virtuosismi, la chitarra elettrica diventa protagonista della scena: ruggente e indimenticabile anche quando viene fracassata al suolo dal leader del gruppo “The Who”, Pete Townshend, o incantata dal tocco magico di Jimmy Page dei Led Zeppelin che suona la celebre Gibson Les Paul.

Fonte creativa, alimentazione del talento, voce vibrante della protesta pacifista.

Puoi suonarla in mille modi, dal bending al vibrato, dal palm mute allo sweep-picking, ma la sua energia sarà sempre speciale.